Dietro ogni sorriso portato in ospedale c’è il lavoro silenzioso di persone che dedicano il loro tempo per regalare momenti di leggerezza a chi ne ha più bisogno. Essere un volontario clown non significa soltanto indossare un naso rosso e un costume colorato, ma prepararsi ogni giorno a entrare in empatia con chi affronta situazioni difficili, offrendo non solo divertimento, ma anche sostegno emotivo. Scopriamo insieme cosa succede durante una tipica giornata di volontariato di un clown-dottore dell’associazione Scopriamoci Clown.
Prepararsi al sorriso: la mattina del clown
Ogni giornata di volontariato inizia con una routine di preparazione. Anche il più esperto dei clown-dottori si dedica a questo momento, entrando nello spirito giusto per portare conforto e allegria. La preparazione include il trucco, la scelta degli abiti più vivaci e la raccolta degli oggetti di scena come palloncini, bolle di sapone, piccoli strumenti musicali e oggetti per effettuare delle magie.
Per molti clown volontari, questa routine serve a ricordare lo scopo del loro lavoro e a prepararsi mentalmente per l’impegno emotivo che li aspetta. Essere un clown in ospedale richiede infatti una sensibilità particolare, poiché ogni paziente reagisce in modo diverso e il volontario deve saper capire le emozioni della persona che ha di fronte.
L’arrivo in ospedale: un saluto speciale
Dopo essersi preparati, i clown-dottori si dirigono verso i reparti. L’ingresso in ospedale è accompagnato da sorrisi e saluti al personale medico, che riconosce nei clown una presenza positiva e collaborativa. Gli infermieri e i medici, spesso, forniscono ai clown informazioni sullo stato d’animo dei pazienti, aiutandoli a personalizzare l’approccio con ciascuno.
La magia del sorriso comincia ancor prima di entrare nelle stanze: anche nei corridoi si diffonde un’atmosfera di leggerezza, con i bambini che si affacciano dalle porte e i genitori che sorridono nel vedere una presenza colorata e amichevole.
Inizia la visita: incontrare i pazienti con empatia e rispetto
Ogni stanza rappresenta un mondo a sé, e il clown si adatta a ogni paziente con delicatezza. Per i bambini, può voler dire entrare con una canzone o un piccolo trucco di magia, creando un legame che lascia spazio al gioco. Per gli anziani, spesso è sufficiente un dialogo affettuoso o un aneddoto divertente per riaccendere un sorriso che magari era nascosto da tempo.
Ci sono momenti in cui l’atmosfera cambia, come quando il clown capisce che il paziente ha bisogno di parlare, più che di ridere. In queste occasioni, il volontario si mette a disposizione per ascoltare, diventando una presenza rassicurante. La clownterapia, infatti, non riguarda solo la risata, ma anche l’empatia e il rispetto per ogni stato d’animo.
Fine della giornata: lasciare un ricordo positivo
Quando arriva il momento di concludere, i clown-dottori salutano i pazienti, lasciando piccoli ricordi come palloncini oppure semplici portafortuna. Sono semplici oggetti, ma per i pazienti rappresentano un simbolo di quei momenti felici trascorsi insieme.
Per i volontari di Scopriamoci Clown, ogni sorriso strappato è una piccola vittoria, e anche se la giornata è finita, la sensazione di aver fatto qualcosa di significativo li accompagna a lungo.
La condivisione e il supporto reciproco tra clown
Alla fine del giro delle stanze, i volontari ricaricano le energie e condividono le esperienze vissute. Questi momenti sono essenziali per confrontarsi e ricevere sostegno dal gruppo, soprattutto dopo incontri particolarmente intensi. La forza della clownterapia sta anche nella squadra e nella solidarietà tra i volontari, che si aiutano a superare le emozioni più forti.
Posted: Ottobre 25, 2024 by Clownuser
La giornata tipo di un volontario clown: dietro le quinte del sorriso
Dietro ogni sorriso portato in ospedale c’è il lavoro silenzioso di persone che dedicano il loro tempo per regalare momenti di leggerezza a chi ne ha più bisogno. Essere un volontario clown non significa soltanto indossare un naso rosso e un costume colorato, ma prepararsi ogni giorno a entrare in empatia con chi affronta situazioni difficili, offrendo non solo divertimento, ma anche sostegno emotivo. Scopriamo insieme cosa succede durante una tipica giornata di volontariato di un clown-dottore dell’associazione Scopriamoci Clown.
Prepararsi al sorriso: la mattina del clown
Ogni giornata di volontariato inizia con una routine di preparazione. Anche il più esperto dei clown-dottori si dedica a questo momento, entrando nello spirito giusto per portare conforto e allegria. La preparazione include il trucco, la scelta degli abiti più vivaci e la raccolta degli oggetti di scena come palloncini, bolle di sapone, piccoli strumenti musicali e oggetti per effettuare delle magie.
Per molti clown volontari, questa routine serve a ricordare lo scopo del loro lavoro e a prepararsi mentalmente per l’impegno emotivo che li aspetta. Essere un clown in ospedale richiede infatti una sensibilità particolare, poiché ogni paziente reagisce in modo diverso e il volontario deve saper capire le emozioni della persona che ha di fronte.
L’arrivo in ospedale: un saluto speciale
Dopo essersi preparati, i clown-dottori si dirigono verso i reparti. L’ingresso in ospedale è accompagnato da sorrisi e saluti al personale medico, che riconosce nei clown una presenza positiva e collaborativa. Gli infermieri e i medici, spesso, forniscono ai clown informazioni sullo stato d’animo dei pazienti, aiutandoli a personalizzare l’approccio con ciascuno.
La magia del sorriso comincia ancor prima di entrare nelle stanze: anche nei corridoi si diffonde un’atmosfera di leggerezza, con i bambini che si affacciano dalle porte e i genitori che sorridono nel vedere una presenza colorata e amichevole.
Inizia la visita: incontrare i pazienti con empatia e rispetto
Ogni stanza rappresenta un mondo a sé, e il clown si adatta a ogni paziente con delicatezza. Per i bambini, può voler dire entrare con una canzone o un piccolo trucco di magia, creando un legame che lascia spazio al gioco. Per gli anziani, spesso è sufficiente un dialogo affettuoso o un aneddoto divertente per riaccendere un sorriso che magari era nascosto da tempo.
Ci sono momenti in cui l’atmosfera cambia, come quando il clown capisce che il paziente ha bisogno di parlare, più che di ridere. In queste occasioni, il volontario si mette a disposizione per ascoltare, diventando una presenza rassicurante. La clownterapia, infatti, non riguarda solo la risata, ma anche l’empatia e il rispetto per ogni stato d’animo.
Fine della giornata: lasciare un ricordo positivo
Quando arriva il momento di concludere, i clown-dottori salutano i pazienti, lasciando piccoli ricordi come palloncini oppure semplici portafortuna. Sono semplici oggetti, ma per i pazienti rappresentano un simbolo di quei momenti felici trascorsi insieme.
Per i volontari di Scopriamoci Clown, ogni sorriso strappato è una piccola vittoria, e anche se la giornata è finita, la sensazione di aver fatto qualcosa di significativo li accompagna a lungo.
La condivisione e il supporto reciproco tra clown
Alla fine del giro delle stanze, i volontari ricaricano le energie e condividono le esperienze vissute. Questi momenti sono essenziali per confrontarsi e ricevere sostegno dal gruppo, soprattutto dopo incontri particolarmente intensi. La forza della clownterapia sta anche nella squadra e nella solidarietà tra i volontari, che si aiutano a superare le emozioni più forti.
Category: Mondo clown